PERCHE' SCANDICCI DEVE AVERE UNA BOTTEGA DEL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE

Come forse alcuni sapranno a fine giugno scorso ha chiuso la bottega del Commercio Equo e Solidale del comune di Scandicci cogestita dall’associazione Eticamente. Eticamente, per chi non lo sapesse, è un’associazione no-profit che da dieci anni “lavora” nei campi del Commercio Equo e Solidale, del Consumo Critico, del Chilometro Zero, dei Gruppi di Acquisto Solidali, etc… Eticamente ha svolto venerdì 21 ottobre un’assemblea pubblica per informare la cittadinanza sui “perché” della chiusura della bottega e per chiedere se è il caso di tentare una riapertura o meno. Purtroppo sono dovuto “scappare” prima della fine per motivi familiari ma ho sentito abbastanza per ribadire l’importanza della presenza di una “Bottega del Mondo” nel nostro territorio. Ecco i motivi:

1. Come ho già detto durante l’assemblea, non credo nella maniera più assoluta alla sensibilizzazione al Commercio Equo e Solidale attraverso le grandi catene di distribuzione (Coop, Esselunga…). Per alcune ragioni:
• La quasi totale assenza di etica di questi grandi magazzini.
• La mancanza di rapporti personali fra commessi e clienti; questo impedisce di parlare, di scambiare idee e riflessioni su cos’è il consumo “critico”.
• Le grandi catene a mio avviso sfruttano il Commercio Equo e Solidale per lavarsi la coscienza di tanti scempi/massacri commessi da tante multinazionali delle quali vende i prodotti (a proposito di questo andatevi a leggere la “lista nera delle multinazionali”).

2. Per arrivare a far si che il Commercio Equo e Solidale sia l’unico “Mercato” bisogna prima imprimerlo nella mente e nella coscienza della gente, dei cittadini, perché se aspettiamo che lo facciano le istituzioni stiamo freschi. Come far capire ai cittadini che la “Bottega” è di vitale importanza?
• Facendo nuovamente un tendone, o magari due, nel periodo di Avvento (Dicembre) in zone nevralgiche della città, dove vendere i prodotti si, ma soprattutto dove fare informazione.
• Chiedendo una donazione ai cittadini. Un po’ come è stato fatto 6 anni fa per la prima apertura. Invece che “10 euro di tivvù” chiediamo "10 euro di Etica”. I cittadini partecipando alla colletta si sentiranno anche responsabilizzati di fronte a questa iniziativa. Sta poi agli associati trovare un modo per invogliare i cittadini a fare queste donazioni.
• L’amministrazione deve trovare un luogo adatto e centrale per aprire una nuova Bottega. Il fondo dove era fino a giugno non è adatto né come interni né come esterni. 1. È un corridoio lungo e stretto, quindi c’è poco spazio sia per esporre la merce che per scambiare due chiacchiere. 2. Fuori non c’è posto per parcheggiare l’auto. 3.È situato in una zona periferica di Scandicci dove non c’è un gran “passeggiare” di persone e di famiglie. Perché non farlo lungo la passeggiata in pavé o in zona mercato? Mi rendo conto che le spese del comune sono tante e i fondi statali sono pochi, ma questa iniziativa merita uno sforzo da parte di tutti.
• Fare della bottega un luogo d’incontro “giovane”. Una specie di Internet Cafè. Se il luogo lo permetterà posizionare qualche tavolino, mettere una macchina da caffè, insomma consentire alle persone di incontrarsi e discutere, non di calcio, non di politica, ma di etica.

3. Scandicci è il secondo comune, per numero di abitanti, della provincia di Firenze. Deve essere fra i capofila nel campo del Commercio Equo e Solidale e del Consumo Critico. Firenze ha le sue botteghe, Calenzano ha Equoland, e Scandicci?

Come ha detto uno dei volontari che “lavorava” nella bottega di Scandicci, il primo compito del volontario non è vendere ma è informare, discutere, fare delle domande che possano interpellare la coscienza di chi ha di fronte, poi se vende… meglio!

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