L'ANIMA DI ALBINIA

L'avevo lasciata appena due mesi fa. Il mare era tornato, a forza di mareggiate, a baciare la pineta. L'avevo salutata sperando di ritrovarla migliorata grazie al lavoro della gente che la vive tutto l'anno. Andato via, con quel po' di nostalgia istantanea che ti monta dentro quando le ferie finiscono, mi sono ributtato nella quotidianità e certo non potevo immaginarmi quello che è successo il 13 novembre scorso. Una telefonata a mezza giornata, mia moglie che dice: "Ma hai visto ad Albinia, c'è stata l'alluvione"!? Ho cercato con il cellulare delle immagini. È stata una coltellata. Poi a distanza di quattro giorni sono andato a ritrovarla. Avevo pianto nelle ore precedenti alla mia visita per quelle persone che vedevo nel fango ma, man mano che mi avvicinavo e che vedevo quello che era successo, era come se a piangere fossero i miei ricordi. Le fotografie dei vari siti e giornali ora erano scattate dai miei occhi. Case piene di fango. Auto distrutte e parcheggiate dalla violenza della mota sui muri come enormi lucertole di ferro.
Il sole splende e comincia a fare caldo. Si sta a maniche corte. I ponti vengono bloccati ad ogni minima oscillazione. La paura è tanta anche fra le forze dell’ordine. Il fango in alcuni punti ha superato l'altezza degli olivi.
Però c'è gioia, c'è voglia di ricominciare! Ci sono i ragazzi che da tutta Italia vengono a dare una mano. C'è come sempre un'Italia che campa solo grazie al volontariato. Se ci fosse, per assurdo, uno sciopero del volontariato, l'Italia fallirebbe domattina. Altro che giochi di borsa e declassamenti di queste Maledette agenzie di rating!
Albinia è una piccola città, non è Genova, non è Firenze. Per lei ripartire sarà difficile. In un paese che campa di agricoltura d'inverno e di turismo d'estate, perdere i raccolti e le roulotte è come morire. Eppure ce la farà! Eppure risorgerà! E non è grazie al governo, al parlamento, alla regione, alla provincia e al comune che ce la farà. Ma è grazie agli abitanti, ai ragazzi, ai volontari che ascoltano il silenzio del fango di notte e le grida e i canti delle pale e degli spazzoloni di giorno!
Ad Albinia qualcuno ha lasciato la roulotte, qualcun'altro ha lasciato l'automobile, la casa, il lavoro, altri ancora hanno lasciato i risparmi di una vita. Ad Albinia qualcuno ha dato e sta dando l'Anima come Cristo nel Getsemani. A tutte queste persone va un pezzo del mio cuore!
L'avevo lasciata appena due mesi fa e la ritroverò, ne sono certo, più bella e forte di prima.

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