KHALED AL-ASAAD E LA NOSTRA STORIA

In questi giorni c'è stata un'indignazione globale per l'uccisione del grande archeologo siriano Khaled al-Asaad per mano dell'ISIS, un uomo che ha dato la sua vita per la Sposa del deserto, la bellissima città di Palmira.
Anche gli italiani sono stati colpiti da un'improvvisa botta di archeologia collettiva che come un virus ha travolto milioni di esseri indifesi lasciandoli tramortiti per alcuni giorni. Poi così com'è arrivata, all'improvviso una mattina è andata via. E quando un virus abbandona la tua debole carne poi non ci pensi più. Quello che prima sembrava un essere morente torna a essere un arzillo bipede saltellante. Un bipede che quando vede un cantiere bloccato per la scoperta di reperti archeologici bestemmia per settimane. Un bipede che al massimo può etichettare come reperto antico un vinile di Scialpi.
E allora mi vengono in mente i tanti club archeologici che abbiamo sparsi per le nostre bellissime città, costretti a ammassare in piccoli magazzini tutto, o quasi tutto, quello che riescono a reperire con tanta fatica.
Nella mia Scandicci c'è un piccolo club che lavora nella pressoché totale indifferenza dei cittadini e dell'amministrazione. Eppure va avanti imperterrito alla ricerca di qualsiasi cosa possa rendere ancor più speciale il suo lavoro, la sua passione e la sua (e mia) città.
Circa un anno fa, passeggiando al buio nel parco (o dovrei dire grosso campo) del Castello dell'Acciaiolo ho fatto un sogno a occhi aperti: di trasformare quel campo incolto in un bel museo a cielo aperto. Intorno al castello ricostruire una casa scandiccese di metà novecento, la fornace romana di Vingone, la necropoli dell'Olmo, un bel teatro all'aperto, giochi a tema per bambini, bar, ristorante (non da mignolo alzato), etc... Un progetto costoso e ambizioso, forse utopistico, ma quella sera avevo voglia di sognare a occhi aperti per la mia città. Una città che a cento metri di distanza dal nuovo centro è stata abbandonata dalla politica di queste amministrazioni che vanno avanti a spot come va di moda ora, senza mai scrutare nel cuore dei cittadini.
Così è Scandicci, così sono migliaia di città italiane che potrebbero rifiorire offrendo quello che di meglio hanno: la loro Storia.
Che la morte di Khaled al-Asaad possa servire (anche) a esaudire i nostri sogni.

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