
Ma il vero assassino è davanti a noi, è lì che ci guarda, lo incontriamo tutti i giorni quando andiamo a comprare il giornale o quando guardiamo la televisione. Si può dire che l’assassino ce l’abbiamo in casa, gli diamo da mangiare, da dormire, però non facciamo niente per educarlo a non uccidere. Facciamo finta di non vederlo e ci guardiamo bene dall’incazzarci se la notizia che esce dal piccolo schermo sulla piena assoluzione di Michael Jackson non ha lo stesso risalto di quando invece, per anni, lo hanno infamato accusandolo di molestie sessuali. Per dieci anni i «criminalmedia» lo hanno massacrato nonostante lui si dichiarasse innocente e nonostante nessuna prova sia mai emersa. Lo hanno distrutto, devastato, piegato in due. E quando finalmente avevano l’opportunità di farlo rialzare per il giusto riscatto di fronte al mondo, i media cos’hanno fatto? Gli hanno dato l’ultimo colpo di grazia: hanno detto «Michael Jackson è stato assolto». Ma lo hanno detto talmente a bassa voce che la pugnalata infertagli dai media stavolta è stata fatale. Con l’animo ancora grondante di sangue ha cercato allora di dar voce a quell’innocenza finalmente riconosciuta, in un modo diverso e come sempre geniale. Lo sforzo era sovrumano. Doveva raccogliere le sue ultime forze ormai sbrindellate dalla micidiale macchina del consumismo e così ha annunciato il suo ultimo incontro con i milioni di fan che si sono scapicollati per avere i biglietti ed essere presenti in uno dei 50 concerti-evento a Londra. Per cinquanta giorni avrebbe cantato, divertito e giocato con chi lo ha sempre amato e non ha mai dubitato della sua innocenza. Avrebbe parlato al mondo di quella verità che i media hanno vigliaccamente omesso. Ma il mondo ora lo ha capito!...
Adriano Celentano (Fonte: Corriere della Sera)
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