
Le prime parole, “Servo inutile nella vigna del Signore”,
subito mi hanno scosso. Davvero un freddo teologo poteva considerarsi un servo?
Lo Spirito Santo aveva agito e subito. Aveva “pescato” un Papa diverso.
Completamente diverso dal precedente. Un Papa che ha avuto il coraggio di
tornare all’Essenziale, il coraggio di tornare alla prima comunità cristiana.
Forse è stato proprio questo il disegno che è stato fatto per questo Papa.
Benedetto XVI è stato attaccato fin da subito, come sempre.
Forse ci si dimentica che Papa Wojtyla era odiato nei primi anni
di pontificato. Benedetto XVI non ha mai dimostrato di subire queste pressioni,
anzi, ha svolto il suo compito in maniera “silenziosa”, opposta a Giovanni
Paolo II. Wojtyla, che ho amato, era un papa, passatemi il termine, televisivo.
Lui invece ha lavorato più di nascosto.
Benedetto XVI è il primo Papa che ha smosso
un po' di polvere da sotto il tappeto degli abusi sessuali e della pedofilia e
nell’ultima udienza generale, come per ricordarlo, ha citato il Vangelo
invitandoci “ad affidarci come bambini nelle braccia di Dio, certi che
quelle braccia ci sostengono sempre e sono ciò che ci permette di camminare
ogni giorno, anche nella fatica”.
Il suo “compito” ritorna anche nella sua decisione storica.
Si è sentito anziano per portare avanti il suo ministero e così rimanda la Chiesa ai primi Papi, a dei
Papi “giovani”, con le forze necessarie per guidare l’Umanità. Una scelta
coraggiosa, da “martire” moderno. Una scelta rivoluzionaria, che rovescia i
banchi dei venditori nel Tempio.
Stessa cosa dicasi per le sue parole “Dio mi chiama sul monte”.
Parole semplici. Parole, però, di una potenza impressionante. La Chiesa, e quando parlo di
Chiesa non parlo solo dei porporati ma parlo soprattutto di noi
laici/sacerdoti, deve salire il monte. La Chiesa si deve avvicinare a Dio. Deve tornare all’Essenziale,
alle origini. Ecco anche il perché della riapertura al latino. L’Essenziale
della preghiera, del Vangelo. Salire il monte. “Non abbandono la Croce, ma
resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso… Io continuerò ad accompagnare
il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione... Vi chiedo di
ricordarmi davanti a Dio, e soprattutto di pregare per i Cardinali, chiamati ad
un compito così rilevante, e per il nuovo Successore dell’Apostolo Pietro: il
Signore lo accompagni con la luce e la forza del suo Spirito”.
Le ultime tue parole a Castel Gandolfo scoprono il lato
umano e semplice del Papa e dell'uomo Joseph Ratzinger: “Grazie, cari amici
sono felice di essere con voi circondato dalla bellezza del creato e
dalla vostra simpatia, che mi fa molto bene. Voi sapete che questo giorno
mio è diverso da quelli precedenti: non sono più Pontefice Sommo della Chiesa
cattolica: fino alle otto di sera lo sarò ancora, poi non più. Sono
semplicemente un pellegrino che inizia l'ultima tappa del suo pellegrinaggio su
questa terra. Ma vorrei ancora con il mio cuore, con il mio amore, con la mia
preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare
per il bene comune e il bene della Chiesa e dell'umanità.
Andiamo avanti con il Signore per il bene della Chiesa e del mondo. Grazie, vi
imparto adesso con tutto il cuore la mia benedizione. Sia benedetto Dio
onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Grazie, buona notte. Grazie a voi
tutti».
Grazie Santo Padre, anzi, oramai posso dire grazie fratello
Ratzinger per tutto il bene che hai fatto per la tua e nostra Chiesa. Grazie
per avermi riportato all’Essenziale. Per avermi rimesso addosso la voglia di
cercare Dio ogni giorno, salendo il monte, durando fatica ma con fiducia, con
fede. Personalmente ti sarò riconoscente e pregherò per te per il resto della mia
vita.
Daniele Levis
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